mercoledì, giugno 15, 2005

MILANO BATTE NAPOLI 2 a 1........

In apparenza la percentuale di votanti ai referendum nella città di Napoli ha dell’incredibile
Certo passare dal 69% di affluenza ai seggi delle Regionali al 19,5 % del referendum in circa due mesi fa una certa impressione. Si in Campania il peso della margherita e dell’udeur è molto forte, le parrocchie si sono mobilitate pesantemente, la stragrande maggioranza dei cittadini è “distratta” dal traffico, dalla disoccupazione, dalla violenza e dai tanti problemi quotidiani ma non basta come spiegazione.
Pare che Fassino dietro le misurate dichiarazioni pubbliche di sconfitta del fronte referendario in privato si sia lasciato andare ad uno sfogo meno misurato:”questo Partito ormai è fatto solo di ammininistratori” riferendosi alle tante Regioni e Province del meridione rette da esponenti e maggioranze diessine.
Fra le opinioni e i tentativi di analisi ascoltate e lette in questi giorni a noi pare che quella più aderente alla realtà o, comunque, la più sincera se non la più convincente sia quella fornita dal filosofo Roberto Esposito rilasciata al Corriere del mezzogiorno di oggi.
Tra le tre cause dell’astensione massiccia dei napoletani individuate dal filosofo due ci appaiono molto convincenti.
La prima è “che i quadri intermedi dei partiti di centrosinistra si sono abbastanza disinteressati della questione referendaria. Il ceto pubblico locale si mobilita quando ci sono in ballo i propri interessi,e certo i referendum non spostavano consensi. E’ una classe che non si muove su ideali, ma su interessi concreti."
La seconda è di carattere socio-culturale per cui “non mi fa piacere dirlo e a molti non farà piacere sentirlo: ma se a Milano si leggono due libri, a Napoli se ne legge uno. C’è un gap socio culturale del Meridione rispetto al resto d’Italia (….) e così al Centro o al Nord un’idea su quale fosse la posta in gioco se la sono pur fatta, ma qui no. Un modenese di levatura anche modesta avrà forse letto qualche articolo di giornale, il suo omologo napoletano pensa solo al Napoli”.
Credo che sia giunto il momento di dirle queste cose anche se possono amareggiare. Aggiungerei di mio che questo problema non riguarda solo le classi e i ceti meno abbienti ma anche gli altri. Inviterei a frequentare qualche seduta del Consiglio Comunale, Circoscrizionale, Provinciale o Regionale per rendersi conto del reale livello di culturale e di informazione della stragrande maggioranza dei suoi membri. Ma anche nei “salotti napoletani” sarebbe utile farsi un giro magari partendo anche da alcune rubriche di prima pagina dello stesso Corriere del mezzogiorno per farsi un’idea meno finta della realtà.
Non è forse in quelle rubriche che durante i mesi della campagna referendaria ci si interrogava sul “finalmente abbiamo capito qual è la differenza tra noi e loro?” riferendosi ai tempi di attesa degli uomini e di preparativi delle donne prima di uscire di casa, o su “in vacanza o in villeggiatura?” riferendosi alle prossime ferie estive?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

francamente ho idee diverse in merito...

http://www.napolionline.org

Anonimo ha detto...

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